Conversazione con un Ambizioso Scultore Dilettante: “E Se Restasse Solo un Hobby?”
Che strano incontro questo, caro lettore, dove il confine tra l’ironia e la realtà è così sottile che potresti scambiarli per uno di quegli orrendi vasi postmoderni esposti nelle gallerie d’arte hipster. Mi trovo a conversare con uno scultore dilettante, un artista in erba che, come ogni buon novizio, sogna di sfondare nell’Olimpo dell’arte contemporanea. Ma io, vecchio saggio dalla penna affilata, mi sento in dovere di offrirgli un’altra prospettiva. Sarà un dialogo educativo, ironico, e – chissà – magari persino illuminante.
L’Inizio della Conversazione
Scultore Dilettante: “Voglio affermarmi, far vedere al mondo chi sono veramente. Le mie sculture meritano di essere esposte nei migliori musei, capisci? Voglio il successo!”
Io: “Ah, il successo! Quella chimera che rincorriamo tutti. Come il Santo Graal, il Sacro Graal del cemento e del bronzo! Dimmi, hai già pensato a come sarà vivere di scultura?”
Scultore Dilettante: “Beh, certo! Sarà fantastico! Potrò dedicarmi completamente all’arte, non dovrò più preoccuparmi del lavoro d’ufficio, delle scadenze, della routine. Solo io, il mio scalpello e la pietra grezza.”
Io: “Sì, solo tu, il tuo scalpello… e magari anche qualche rata del mutuo da pagare, no? Ah, e i materiali, i trasporti, le gallerie che ti chiederanno il 50% delle vendite, se mai venderai qualcosa. E se ti dicessi che forse potrebbe andare diversamente? Che magari, la tua scultura potrebbe restare un hobby?”
La Realtà del Mondo dell’Arte
Scultore Dilettante: “Un hobby? No, no. Voglio di più! Ho visto su Instagram, tutti quei giovani artisti che ce la fanno. Perché io no?”
Io: “Perché tu no? Buona domanda. Potrei risponderti con una lista infinita di motivi. Ma forse è meglio cominciare dicendo che il mondo dell’arte è una giungla, una selva oscura dove non è solo il talento a determinare il successo, ma anche una dose massiccia di fortuna, contatti giusti e, ahimè, una certa propensione a sapersi vendere.”
Scultore Dilettante: “Ma io ho talento! Non può bastare?”
Io: “Il talento è fantastico. È il punto di partenza. Ma il percorso verso il successo artistico è lastricato di ossessioni, frustrazioni e tanta, tanta concorrenza. Sai quanti artisti rimangono per anni nella penombra, senza mai uscire allo scoperto? La tua scultura potrebbe essere straordinaria, ma potresti comunque finire a fare esposizioni in qualche caffè hipster sperando che un critico annoiato ci inciampi per caso.”
L’Idea di Restare Dilettante
Scultore Dilettante: “Quindi cosa mi stai dicendo? Che dovrei rinunciare ai miei sogni?”
Io: “Non esattamente. Sto dicendo che forse dovresti considerare l’idea che la tua passione possa restare un hobby. Un hobby che ti riempie la vita, ti arricchisce l’anima, senza necessariamente diventare una lotta per la sopravvivenza nel mondo spietato dell’arte. E, credimi, non c’è nulla di sbagliato in questo. Quante persone conosci che vivono per i loro hobby e sono felici così?”
Scultore Dilettante: “Ma non voglio restare un anonimo. Voglio che la mia arte venga riconosciuta.”
Io: “Capisco. Ma pensaci: cosa c’è di male nel creare per il puro piacere di farlo? Nell’essere un po’ egoisti e dedicarsi all’arte per sé stessi, senza dover affrontare la pressione del mercato, le critiche, le aspettative? Un hobby può essere liberatorio, edificante e, soprattutto, senza scadenze o obblighi. Potrebbe permetterti di esplorare la tua creatività senza vincoli, senza dover compiacere nessuno, nemmeno te stesso.”
Conclusione: Il Compromesso Possibile
Scultore Dilettante: “Forse hai ragione… ma il pensiero di non provare nemmeno a emergere mi sembra… triste.”
Io: “Non devi rinunciare ai tuoi sogni, ma forse potresti vederli sotto una luce diversa. Puoi provare, certo. Fai mostre, partecipa a concorsi, mettiti in gioco. Ma sappi che il valore della tua arte non dipende solo dal riconoscimento degli altri. Se la scultura ti rende felice, continua a farla. Che sia un successo o un hobby, l’importante è che tu non perda mai il piacere di creare.”
Scultore Dilettante: “Forse potrei considerare di farlo per me stesso… e vedere dove mi porta.”
Io: “Esattamente. E chissà, magari il tuo hobby potrebbe portarti lontano. E se non lo farà, avrai comunque riempito la tua vita di bellezza, che non è poi così male, vero?”
E così, caro lettore, il nostro scultore dilettante se ne va, con lo scalpello in mano e qualche riflessione in più nella testa. Non so dove lo porterà il suo viaggio, ma so che, almeno per oggi, ha capito che il successo non è l’unica misura del valore dell’arte. E forse, nel suo piccolo, ha già vinto.
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